Sintomo e stato percettivo, un legame da portare a coscienza

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Quante volte ci è capitato di svegliarci con un fastidio intimo e aver pensato: “ Accidenti proprio ora? Proprio ora che lo sento di nuovo vicino e che avrei voglia di recuperare il tempo perso!”.
Per non parlare di quando finalmente ci concediamo la meritata vacanza, dopo mesi di disagi sul lavoro o a casa, dove percepiamo continuamente invasioni dall’esterno o dove non riusciamo a sentire uno spazio definito “nostro”, e all’arrivo in albergo ci si presenta una bella cistite!
O ancora, avere quella fastidiosa sensazione di non essere la sua unica donna! Un pensiero fisso che diventa sempre più reale! Fino a quando poi qualcosa cambia e ci mettiamo l’anima in pace. Ed è proprio a quel punto che ci ritroviamo con perdite intime gialle e maleodoranti: gli esperti ci dicono che non dovremmo usare i salvaslip sintetici…peccato che non lo abbiamo mai fatto!
Perché il ciclo a volte ritarda? E quante volte abbiamo riscontrato un ritardo in concomitanza ad un certo disagio in ambito sessuale? Tipo: “non ho l’uomo che mi tocca come vorrei”. Una sensazione che può esistere sia se abbiamo che se non abbiamo una relazione. Poi la percezione cambia e il ciclo torna.
E ancora, quante mamme si sono sentite separate dal proprio bimbo appena nato e non appena hanno avuto la possibilità di averlo tra le braccia e allattarlo, hanno sviluppato una mastite?
In questi esempi, ogni volta che sembrava avessimo raggiunto il nostro obiettivo, o almeno avessimo mollato delle tensioni nelle relazioni con noi stesse o con gli altri, si è manifestato un sintomo. Che correlazione c’è tra il modo in cui percepiamo le situazioni e ciò che avviene nel nostro corpo?
Lo studio del meraviglioso mondo delle Leggi biologiche, ha potuto dimostrare la straordinaria correlazione che esiste tra noi, che reagiamo in risposta alla nostra percezione, e le modifiche che contemporaneamente avvengono a livello fisiologico.
Vi faccio un esempio. Ognuna di noi, quando era bambina, nel fare esperienza del mare, ha registrato delle sensazioni, creando un percepito biologico; c’è chi ha solo bei ricordi e la chimica del suo corpo, dinanzi allo spettacolo del mare, canta con gli ormoni della felicità. C’è chi, invece, ha vissuto esperienze poco piacevoli, per cui risponde anche solo alla vista del mare in modo diverso; a livello fisiologico, il corpo si mette in uno stato di allerta, non distingue il tempo passato, sente solo attraverso il percepito e risponde, anche in modo “esagerato”, rispetto allo spettacolo che sta osservando.
Lo stato percettivo ci contraddistingue nel modo di vivere le situazioni in cui ci troviamo e fa sì che il nostro corpo entri in stato di allarme per permetterne la sopravvivenza e attivi determinati tessuti modificandone la funzione durante tutto il tempo in cui percepisce l’allerta. Solo quando il pericolo cessa, o il nostro percepito in qualche modo cambia, il sistema lascia andare, entrando in uno stato di recupero fisiologico, la cui manifestazione è “il sintomo”. Quest’ultimo sarà più o meno “impegnativo” in base al tessuto che è stato coinvolto, fino a quando tutto il sistema non rientra in uno stato di normotonia, senza più sintomi.
Attraverso la conoscenza delle leggi biologiche, possiamo finalmente riconoscere la straordinaria capacità che ha il nostro corpo di cercare di ripristinare l’equilibrio, e sopra ogni cosa tendere sempre verso la vita.
Sviluppare la consapevolezza delle diverse manifestazioni dei sintomi, senza la necessità di zittirli, ci offre uno spazio di ascolto del nostro corpo, attraverso il quale ci possiamo far guidare verso scelte e comportamenti più sani e giusti per noi.

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